Improvvisare può voler dire tante cose. Nella musica si può improvvisare percuotendo a casaccio i tasti del pianoforte, o tentando di trovare una melodia di un brano famoso.
Ma l'improvvisazione in musica è la cosa più difficile da fare, perchè richiede la padronanza dello strumento, il rispetto di regole condivise, e non ultimo la
capacità di ascolto, degli altri ma anche di se stessi, attimo per attimo.
Il nostro orecchio musicale conosce bene le regole dell'armonia occidentale, e riesce a calcolare istantaneamente logarimi e numeri immaginari per stabilire se una cosa suona bene o male.
Ma il sistema uditivo dell'essere umano ha avuto molto tempo per svilupparsi nel modo che ben conosciamo; noi invece non abbiamo così tanto tempo, nè siamo disposti a
riesumare la matematica del liceo o indagare sulla anatomia umana solo per il gusto di suonare qualche nota, per cui
occorre riportare la questione su cosa è bello e cosa non lo è ad una dimensione oggettiva, accessibile e pratica: dove mettere le dita?
Chi ha orecchio musicale può creare sonorità molto gradevoli senza conoscere alcunché, ma certamente se comprende il perchè i tasti che usa sono ok si aprono nuovi orizzonti,
si svelano gradi di libertà che consentono, al proprio turno di improvvisazione, di divagare con naturalezza sulla melodia e infondere la propria musicalità con
profonda soddisfazione. Conoscere il perché è l'argomento delle parti teoriche di questo metodo.
Per eseguire ciò che suona bene, ed in generale per suonare quello che si vuole, si deve padroneggiare lo strumento con una buona tecnica per muoversi tra le note alla velocità necessaria.
La tecnica si può misurare con la velocità che si riesce a tenere nella esecuzione dei fraseggi, e di conseguenza la difficoltà di un fraseggio dipende in gran parte dalla velocità di esecuzione richiesta.
Alcuni fraseggi sono impossibili da eseguire senza una tecnica eccellente, ma se non si aspira al virtuosismo e si mira più modestamente ad una sufficiente padronanza,
la velocità passa in secondo piano; è così possibile definire un numero minimo di posizioni strategiche, o punti di riferimento essenziali,
ed un insieme di regole -ricavate dalla teoria dell'armonia jazz- che consentono di eseguire qualsiasi scala, arpeggio o accordo
alla velocità che riusciamo a mantenere. Queste posizioni possono rispondono così alla domanda "come mettere le mani al posto giusto?".
Teoria e tecnica sono due aspetti interconnessi: Una conoscenza che combinata con l'estro, la fantasia e lo stato d'animo dell'esecutore può generare vere e proprie composizioni armoniche.
Imparare ad esprimersi con naturalezza entro la tonalità e nei passaggi tra tonalità è l'obiettivo di questo percorso di studio.
Il percorso di studio
Nozioni di base
Tastiera del pianoforte, pentagramma e
intervalli sono tre concetti tra loro strettamente interconnessi
che formano la base del nostro sistema musicale e definiscono la struttura armonica del nostro strumento.
Sono probabilmente nozioni già note, ma è essenziale che siano inquadrate in un contesto formale e non intuitivo, perché consentono di
ragionare in termini di
distanze tra tasti (posizioni relative), e non di note (posizioni assolute).
Scale
Suonare le
scale è un bagaglio tecnico essenziale per un bravo musicista, ma richiede una serie interminabile e spesso noiosa di esercizi.
In questo metodo non è importante sapere
come eseguire le scale, ma sapere
cosa sono le scale e
perché sono utili nell'improvvisazione.
Pitagora ha piantato il seme del sistema musicale occidentale, e sebbene a molti di noi questo nome richiama le scuole elementari e le difficoltà di imparare a memoria la sua gloriosa
tabellina,
non si può negare che la soluzione di qualche moltiplicazione la troviamo solo perché conosciamo il semplice meccanismo per la costruzione della tavola pitagorica, e non grazie alla memoria.
Anche la
formula per costruire le Scale è molto semplice,
così come la regola classica per eseguirle con la corretta
diteggiatura ("passaggio del pollice sotto").
Ma in questo percorso si scoprirà che la Scala è l'espressione di una
Tonalità, concetto assai più astratto ma che
consente di ragionare in termini di
insiemi di note e non semplicemente di
sequenze di note.
Accordi
Scale ed
Accordi sono due modi di esprimere il suono di una
Tonalità:
la Scala si sviluppa nel tempo in senso orizzontale, una nota per volta, mentre l'accordo si sviluppa in una dimensione verticale -più note allo stesso tempo,
ma sia la Scala che l'accordo attingono all'insieme di note di una Tonalità.
Non ha senso imparare a memoria tutti gli accordi possibili e le relative posizioni sulla tastiera.
E' molto più semplice ed efficace imparare una regola che consente di costruire qualsiasi accordo,
ed una che serve per sapere quale accordo
suona bene in una data tonalità.
Questo approccio consente di
andare oltre l'accordo, che da una banale posizione di tre o quattro dita si trasforma in una espressione musicale della
Tonalità.
Tonalità
Scale ed accordi sono due modi di esprimere il suono di una
tonalità.
La differenza risiede solo nel fatto che la scala si sviluppa nel tempo in senso orizzontale, mentre l'accordo si sviluppa anche in una dimensione verticale -più note allo stesso tempo.
Ragionare per tonalità e non semplicemente per accordo è essenziale.
La tonalità comprende infatti note non presenti nell'accordo, che rappresentano gradi di libertà nell'
improvvisazione.
si adattano perfettamente, lo arricchiscono di nuove sonorità, e consentono di eseguire scale o accordi indistintamente.
Pattern
Per definire una diteggiatura di riferimento per gli
accordi è conveniente considerare non solo la corrispondenza dito/nota ma soprattutto la corrispondenza dito/intervallo.
E' questo il concetto a cui si ispirano i
Pattern, posizioni di riferimento da cui,
seguendo una
precisa logica, si può costruire
qualsiasi accordo.
Analisi armonica
Con l'
analisi armonica degli accordi si ricavano le note che è possibile utilizzare per l'improvvisazione in ogni singolo momento dell'esecuzione.
Il legame tra analisi armonica (teoria) e pattern (pratica) consentirà di suonare con consapevolezza, naturalezza e musicalità.
Sapere l'
origine di un accordo -espresso nella partitura dal relativo simbolo- è essenziale per potere
utilizzare i pattern al massimo della loro potenzialità.
Supporti didattici online
Per applicare la tecnica dei pattern è richiesta la capacità di analizzare gli accordi di un brano per individuare la tonalità da cui derivano ed il grado della tonica.
Il mio mestiere di programmatore mi ha portato a completare il "Metodo di improvvisazione per chi suona ad orecchio" con un software che
implementa le
regole dell'armonia Jazz, a cui ho dato il nome di
Dynamic Syllabus, che sviluppa tutti i calcoli necessari per costruire scale ed accordi.
A partire dalla base di dati e regole del Dynamic Syllabus ho implementato
Analyzer,
un prototipo di sistema per l'analisi armonica, che consente di
comprendere rapidamente la struttura di un brano dai suoi accordi,
ed indica il modo di semplificarli (per adattarli al proprio livello tecnico) o di renderli più ricchi e complessi (armonizzazione).
Altri strumenti utili sono
Pentatonics, che analizza una progressione in termini pentatonici,
e
Diminished, che indica come armonizzare e de-armonizzare gli accordi diminuiti.
Tutti questi strumenti possono rendere più rapido lo studio e l'esercizio sui pattern, oltre ad essere utili per verificare le proprie conoscenze di armonia e inventarsi esercizi.
Riferimenti bibliografici
Una lettura straordinariamente interessante -e direi anche obbligatoria- per lo studio del pianoforte è "Fundamentals of Piano Practice" di Chuan C. Chang,
disponibile gratuitamente in rete su
http://www.pianopractice.org/
ed egregiamente tradotto da
Roberto Gatti:
un vero e proprio trattato di pedagogia del pianoforte, una autentica miniera di tecniche ed informazioni
che hanno l'obiettivo di
«rendere il processo di apprendimento talmente veloce che miriamo a dedicare il 10% del tempo di studio al lavoro sulla tecnica e il 90% a fare musica».
Nel suo testo, Chang analizza scientificamente i metodi di studio più importanti ed offre
una profonda ed interessante visione delle procedure per il corretto apprendimento, una sorta di meta-metodo,
un approccio allo studio che consente di imparare più rapidamente il pianoforte.