L'interpretazione è l'esecuzione precisa e puntuale di un brano, con eventuali sporadiche e leggere variazioni che esprimono la personalità del musicista.
L'improvvisazione è l'esecuzione -estemporanea o studiata a tavolino- di una sequenza di scale ed accordi che si adatta alla struttura armonica del brano e che ne ricorda la linea melodica.
Improvvisazione ed armonizzazione tendono ad essere un tutt'uno.
In questo studio, con il termine "improvvisazione" si intende fraseggiare su una struttura armonica indicata da una sequenza di accordi.
Con "fraseggiare" si intende suonare con ritmo e musicalità un mix di segmenti di scale e arpeggi (ascendenti e discendenti), intervalli (due voci), triadi (tre voci) ed
accordi (quattro o più voci) per formare progressioni armoniche.
Improvvisare non è necessariamente fare musica estemporanea. Una improvvisazione può -e solitamente è- studiata a tavolino,
sperimentando armonizzazioni e variazioni.
Al momento dell'esecuzione rimangono ampi spazi di libertà; si tratta di assecondare le idee che vengono in mente suonando, nei limiti delle proprie capacità tecniche.
Per assecondare le idee è essenziale sapere cosa abbiamo suonato un attimo prima, cioè essere capaci di ripetere esattamente -o quasi- il fraseggio che ci è piaciuto.
Questo richiede memoria e tecnica di esecuzione.
Nell'improvvisazione non è richiesto di attenersi ad una partitura, ma solo alla struttura armonica e ritmica del brano,
e questo è un grande vantaggio per chi non legge musica ma solo i simboli degli accordi.
D'altro canto però, se non si è nello spirito giusto, il non sapere esattamente cosa fare potrebbe rendere tutto più complicato.
Non sempre si riesce ad eseguire una buona improvvisazione. Dipende dall'estro del momento ma soprattutto dal livello di concentrazione.
La melodia originale è un buon punto di partenza. Non è necessario riprodurla esattamente, ma è sufficiente assecondarla.
Lasciarsi trasportare da ciò che si suona, ed approfittare di eventuali errori per effettuare variazioni non previste è un ottimo modo di
uscire dai propri schemi. Ma questo è possibile solo sapendo esattamente e immediatamente quale sarebbe stato il pattern corretto, in modo da poter recuperare rapidamente.
Pattern e improvvisazione
Nell'improvvisazione è importante avere sott'occhio -e sotto le dita- le note della
tonalità a cui appartiene l'accordo,
e scegliere momento per momento quali e quante note suonare. In questo modo si ha la certezza di utilizzare solo note coerenti con l'accordo su cui si improvvisa.
Posizionando la mano su un Pattern viene più semplice ricordarsi il fraseggio appena eseguito e rifarlo, eventualmente migliorandolo.
I Pattern non sono semplicemente posizioni per accordi, ma punti di riferimento che aiutano ad individuare visivamente e meccanicamente le 7 note della tonalità a cui l'accordo appartiene,
e quindi a costruire scale.
Nella improvvisazione avremo a che fare con:
- La diteggiatura della Scala Maggiore (passaggio del pollice),
per eseguire linee melodiche ad una voce
- Le Posizioni TTST e TTTS, che rappresentano una alternativa al passaggio del pollice
ed allo stesso tempo aiutano a mantenere la corrispondenza dito-grado
- Il Pattern Base, posizione standard per suonare qualsiasi accordo
- Il Pattern Radice, posizione
che rappresenta lo stato di quiete di una tonalità, la "casa" da cui si parte e si tende a ritornare
- Rivolti di accordi, per suonare al basso una nota diversa dalla tonica, o per tracciare una linea melodica con la nota più acuta dell'accordo
- Sostituzione di Pattern Base con pattern relativi
L'improvvisazione sarà il risultato della combinazione di tutte queste tecniche.
Mentre la mano sinistra suona progressioni di accordi, cioè sequenze di
Pattern Base, o segna semplicemente il tempo con la tonica dell'accordo,
la destra può eseguire l'improvvisazione.
L'approccio a pattern garantisce di suonare solo note della tonalità da cui deriva l'accordo; il giusto ritmo e i giusti accenti daranno la musicalità a quelle note.
Melodia ed armonia
Il pianoforte è uno strumento che si adatta sia alle esecuzioni soliste che all'accompagnamento.
Nel primo caso la mano sinistra opera sul settore dei bassi e dei medio-bassi per costruire la struttura armonica, e la mano destra sui medio-alti per costruire la linea melodica.
Nel secondo caso, più semplice se non altro perché richiede una minore indipendenza tra le mani, la sinistra costruisce la linea di basso mentre la destra costruisce la struttura armonica con gli accordi.
Indipendentemente da ciò che fa la sinistra, la destra può costruire:
- Scale, cioè melodie ad una singola voce, eseguite con la diteggiatura standard
- Accordi, cioè pattern, scelti in modo che la nota più alta (mignolo) sia la linea melodica
- Intervalli, cioè la nota melodica è preceduta da una nota più bassa che la accompagna; la mano dovrebbe essere posizionata su un pattern, anche se si usano due dita su quattro
- Arpeggi, che nella loro forma più semplice possono essere eseguiti con un pattern, quindi su una singola ottava, suonando le note in sequenza in senso ascendente e/o discendente
Tensione e rilassamento
Suonare senza logica può irritare l'ascoltatore, così come fraseggi troppo banali lo possono noiare.
Vale quindi la regola del giusto mezzo: generare stati di tensione e risolverli al più presto.
Scale ascendenti, note veloci con poche pause, l'aumento dell'intensità (dinamica) sono fattori che generano tensione.
Sotto l'aspetto armonico, se ad un accordo di settima si aggiungono altre note si genera tensione.
Per preparare una improvvisazione su una base armonica di accordi occorre immaginare una semplice linea melodica e proporla in un primo fraseggio,
per poi replicarla una o più volte introducendo sporadiche tensioni "in modo controllato", rilasciandole il prima possibile.
Se il nostro fraseggio esprime una linea melodica "cantabile" sostenuta coerentemente dagli accordi, probabilmente la musica risulterà anche gradevole all'ascolto.
Il nostro orecchio, infatti, è gratificato quando riesce a classificare e catalogare i suoni che recepisce, e trasmette
all'ascoltatore un senso di rilassamento.
Al contrario, quando l'orecchio non riesce comprendere il senso del fraseggio, inizia a cercare freneticamente ed in tempo reale un criterio per mettere ordine nei suoni che riceve,
e mette l'ascoltatore in uno stato di tensione.
Significativi progressi si possono raggiungere se durante l'improvvisazione si è capaci di ripetere il fraseggio
Tastiera e sue sezioni
Possiamo immaginare di dividere la tastiera in tre sezioni, che corrispondono a
strati del pentagramma:
- La sezione dei bassi, che finisce sotto il DO3
- La sezione degli accordi, che inizia da DO3 e finisce sotto il DO5
- La sezione della melodia, che inizia dal DO5 (ottava sopra il DO centrale)
Lo strato della melodia, campo d'azione della mano destra, corrisponderà generalmente all'ottava sopra rispetto a quanto scritto nella partitura, così da lasciare abbastanza distanza dallo strato degli accordi.
La mano sinistra suona l'accordo in una zona abbastanza stretta al centro della tastiera: orientativamente, il pollice dovrebbe trovarsi attorno al DO centrale (DO4).
Le note sotto il DO3 sono particolarmente basse, ed il loro effetto è più ritmico che armonico (si riconosce più il tempo che la nota);
troppe note suonate contemporaneamente in questa sezione possono produrre un suono troppo confuso.
Generalmente si suona solo la tonica dell'accordo, a scandire il tempo.
Se si ha un buon controllo della tastiera, la sinistra può alternare ritmicamente tonica nella sezione dei bassi (sotto il DO3) e accordo nella sezione centrale (dal DO3);
Parti strette e sovrapposizione
Si possono eseguire pattern con entrambe le mani contemporaneamente, in modo da realizzare un efficace accompagnamento armonico. In questo caso è possibile suonare:
- "a parti larghe", cioè lasciando la distanza di circa un'ottava tra il pollice sinistro e il pollice destro, usando pattern radice e pattern relativi.
Utilizzando una estensione più ampia di frequenze si ottiene una sonorità molto aperta e completa.
- "a parti strette", cioè entro due ottave o poco più, mantenendo una distanza di terza (stesso pattern, un'ottava sopra) o di quinta (primo pattern relativo, un'ottava sopra) tra i pollici.
Si ottiene una sonorità più raccolta nella parte centrale della tastiera, ed una maggiore semplicità di esecuzione per avere sott'occhio meglio le mani.
Per mantenere una distanza pressoché costante tra sezione dell'accordo e sezione della melodia,
il pollice sinistro dovrebbe trovarsi sempre tra DO4 e MI4, eventualmente con l'uso di Pattern relativi e rivolti.
- "in sovrapposizione", cioè in modo che i pollici -ed eventualmente anche altre dita- condividano la stessa zona della tastiera, generalmente
posizionando il pattern radice con la mano sinistra e il primo pattern relativo verso il basso con la destra.
In questo caso, sinistra e destra si aiutano a vicenda, con l'effetto di una vera e propria fusione tra accordo e melodia.
Pratica
Si presume che in questo percorso di studio il lettore abbia sperimentato il sistema dei Pattern e preso confidenza con la teoria sottostante,
anche se i concetti non sono ancora del tutto assimilati e le posizioni necessitano di laboriosi calcoli per essere correttamente impostate.
Per fare pratica di improvvisazione non ci vogliono esercizi.
Basta scegliere un qualsiasi brano musicale di cui si dispone degli accordi e divertirsi a suonarlo con il sistema dei Pattern.
L'orecchio farà la sua parte: presto il repertorio (a memoria!) aumenterà e la tecnica migliorerà.
I seguenti esercizi di improvvisazione a pattern prendono spunto da famosi standard jazz
- Studio ed esecuzione di Autumn Leaves
- Prossime pubblicazioni
- Improvvisare sulla struttura armonica del blues
- Improvvisare sulla struttura armonica rock
- Video su pattern overlapping (parti strette)
Indice e Percorso di studio